Concili e minoranze
La Chiesa ha sempre considerato i concili come forma preferita di governo collegiale: sono state risolte questioni a carattere dottrinale e disciplinare, e stabilite regole per la vita ecclesiastica. Ovviamente nel corso dei dibattiti conciliari ci furono vincitori e perdenti. Il convegno «I concili e le minoranze» — che avrà luogo a Roma dal 10 al 14 ottobre presso la Pontificia università della Santa Croce e il Pontificio collegio al Campo Santo Teutonico — si propone di studiare le posizioni delle minoranze, le loro motivazioni e la loro ricezione nel dibattito conciliare. Il confronto è stato motivato da uno sforzo per rendere giustizia alle opinioni opposte o ha dominato l’intolleranza? Si è cercato di integrare gli interessi della minoranza oppure le parti hanno parlato senza comprendersi reciprocamente? Nel caso delle condanne, si è compiuta una distinzione tra dottrina e persona e si è riusciti a costruire dei ponti?
Il convegno — organizzato dalla facoltà di teologia della Pontificia università della Santa Croce, dal Römisches Institut der Görres-Gesellschaft e dalla Società per la ricerca della storia dei concili — intende tener presente anche una nozione più ampia di minoranza: ovvero in quale modo e misura i concili coltivarono una preoccupazione per le minoranze religiose, etniche e sociali. Questo aspetto supera la questione delle posizioni delle assemblee conciliari, ma indica una preoccupazione più profonda, legata all’idea di giustizia, nonché di cattolicità e di pace. Ci si vuole quindi concentrare sui “perdenti” per studiare le dinamiche delle discussioni conciliari nella risoluzione dei conflitti, e indagare sulla sensibilità nei confronti delle minoranze.
Piazza S. Pietro
17 febbraio 2019

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