È giunto il momento di ripensare in profondità l’economia e la gestione del denaro e delle opere proprie dei consacrati alla luce della fedeltà al Vangelo e al carisma. L’invito viene dall’arcivescovo José Rodríguez Carballo, che nel pomeriggio di venerdì 25 novembre ha aperto il simposio internazionale sul tema: «Nella fedeltà al carisma ripensare l’economia degli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica». Promosso dal dicastero, l’incontro si svolge a Roma, presso la Pontificia università Antonianum, fino a domenica 27.
Nel suo intervento il segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica ha sottolineato come i due principi di fedeltà al Vangelo e al carisma, non opponendosi certamente a una gestione professionale degli istituti religiosi, «sono irrinunciabili per tutti i consacrati e, in quanto tali, devono contrassegnare qualunque altro criterio». È quindi importante «passare dall’atteggiamento di spettatori di ciò che succede nel mondo dell’economia» a quello di «seminatori di cambiamento» delle strutture economiche. Si tratta, come ha detto Papa Francesco ai partecipanti all’incontro mondiale dei movimenti popolari del 5 novembre scorso, di essere «promotori di un processo in cui convergono milioni di piccole e grandi azioni concatenate in modo creativo, per camminare verso un’alternativa umana di fronte alla globalizzazione dell’indifferenza».
In questo contesto, non si può dimenticare che lungo i secoli, i consacrati, in determinati momenti critici, «hanno fatto scelte innovatrici e profetiche nell’ambito dell’economia per il servizio dell’intera società, come nel caso della creazione dei monti di pietà da parte dei francescani». Infatti, ha aggiunto il presule, «chi sceglie la povertà è obbligato a parlare molto del denaro per mettere in atto la povertà liberamente abbracciata». In questo senso, perché una scelta ideale «non rimanga pura utopia» devono esserci scelte istituzionali che «permettano a esse di prendere consistenza». È questa, ha ribadito, una responsabilità a cui non possono venir meno i consacrati di tutti i tempi: quella di formarsi — ha detto — «alla dimensione economica in linea con il carisma proprio, affinché la gestione delle opere proprie e le scelte di missione possano essere veramente profetiche e non semplicemente continuative».
Piazza S. Pietro
14 dicembre 2019

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