Cittadini
Un qualsiasi stato islamico è tenuto a garantire tutela ai non musulmani che vivono al suo interno: lo ha ribadito il grande imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb, venerdì scorso, nel suo intervento settimanale alla tivù egiziana, durante il quale ha approfondito il concetto di dhimma. Si è trattato di un piccolo ma significativo passo sulla via del rinnovamento del discorso religioso, da tempo auspicato da gran parte del mondo musulmano.
Secondo quanto riporta il sito in rete Terrasanta.net, Al-Tayyeb, guida del pensiero teologico e giuridico sunnita nonché responsabile della moschea e della prestigiosa università, ha spiegato che, quando l’islam si è diffuso al di fuori della penisola arabica, si è trovato a governare molte minoranze non musulmane. Non potendo l’islam costringere nessuno alla conversione, i vari tipi di governo sorti in seguito alla sua espansione hanno dovuto pensare a una forma di patto particolare con i loro sudditi non musulmani, una forma che tutelasse i loro diritti alla pari di quelli dei musulmani e imponesse eguali doveri. Questa forma è, appunto, la dhimma: con essa l’islam si assunse «la custodia e la responsabilità» dei non musulmani, in cambio del pagamento di una tassa (la jizya), così come i musulmani pagano la zakat.
Piazza S. Pietro
12 dicembre 2019

La guerra non è mai santa
«La guerra non è mai santa, l’eliminazione e l’oppressione dell’altro in nome di Dio è ...

Dove la convivenza è una realtà
In questi giorni, in cui il fondamentalismo islamico mostra la sua faccia più feroce inneggiando ...

Conoscenza e rispetto
Da Christophe Roucou a Vincent Feroldi: dal 1° settembre cambio della guardia alla guida del ...