Celebrazione
Da cinquanta giorni consecutivamente, giorno e notte senza interruzioni, in una chiesa protestante dell’Aja si sta tenendo una celebrazione religiosa per proteggere una famiglia di migranti armeni dall’espulsione dal paese. Una legge olandese vieta infatti alle forze dell’ordine di interrompere un rito in un luogo di culto. Così dal 26 ottobre scorso centinaia i pastori protestanti che si stanno alternando alla guida della celebrazione a cui sta partecipando la famiglia in questione composta da padre, madre e tre figli di 15, 19 e 21 anni.
Una vicenda iniziata in sordina e che, adesso che ha assunto dimensioni da “Guinness dei primati” , sta avendo un’enorme risonanza internazionale. Tanto che pochi giorni fa è stata deposita una richiesta sostenuta da 250.000 firme perché il caso venga affrontato in parlamento. «Quello che sta succedendo all’Aja è il segnale di un problema più grande: la posizione dei bambini richiedenti asilo che sono cresciuti nei Paesi Bassi e che tuttavia sono espulsi», spiega Dirk Gudde, presidente del Consiglio delle Chiese nei Paesi Bassi, all’agenzia Sir.
L’idea è venuta al presidente del consiglio generale della Chiesa protestante olandese, il pastore Theo Hettema, una volta saputo che la famiglia, con un figlio iscritto all’università e gli altri alle scuole dell’obbligo, rischiava il rimpatrio perché non può più godere delle tutele internazionali in quanto l’Armenia, terra d’origine dei cinque, non è considerata nazione a rischio.
Piazza S. Pietro
14 dicembre 2019

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