Sono cinquanta milioni i bambini coinvolti nelle migrazioni a livello mondiale, 28 milioni dei quali sono sfollati a causa di conflitti. Circa 200.000 minori stranieri non accompagnati hanno presentato domanda di asilo in ottanta paesi nel biennio 2015-2016; 100.000 invece quelli arrestati al confine tra Stati Uniti e Messico nello stesso periodo. Sono questi solo alcuni dei dati contenuti nell’ultimo rapporto dell’Unicef, il fondo dell’Onu per l’infanzia, presentato ieri, alla vigilia della giornata mondiale per l’abolizione della schiavitù. In effetti, l’Unicef sottolinea che i bambini rappresentano circa il 28 per cento delle vittime della tratta di esseri umani a livello globale e che l’Africa subsahariana e l’America centrale e caraibica registrano la percentuale più alta di bambini tra le vittime della tratta di esseri umani, pari rispettivamente al 64 e al 62 per cento. Il rapporto contiene esempi pratici del lavoro di governi, partner della società civile e comunità di accoglienza per sostenere al meglio i bambini migranti e le loro famiglie. «I leader globali e i responsabili politici possono lavorare insieme per rendere la migrazione sicura per i bambini» ha dichiarato Ted Chaiban, direttore dei programmi dell’Unicef. «Il nostro nuovo rapporto mostra che è possibile, anche in paesi con risorse limitate, attuare politiche, servizi e investimenti che sostengano efficacemente i bambini rifugiati e migranti nei loro paesi d’origine, mentre attraversano le frontiere». Intanto, notizie allarmanti arrivano dall’Africa. Nella notte almeno 28 migranti, di nazionalità sconosciuta, sono annegati al largo delle coste del Marocco. A riferirlo è l’emittente televisiva Al Arabiya, che con un tweet ha annunciato la notizia. Ieri Filippo Grandi, alto commissario Onu per i rifugiati, ha annunciato la creazione a breve del primo centro di transito e partenza per richiedenti protezione internazionale dell’Unhcr a Tripoli.
Piazza S. Pietro
16 dicembre 2019

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