Mostre, libri, cicli di conferenze e corsi organizzati da diverse università ed enti culturali stanno celebrando da alcuni mesi il V centenario della nascita di santa Teresa. Da queste pagine desideriamo farci eco di una pubblicazione En sintonía con Santa Teresa. Juan de Palafox y los Carmelitas Descalzos. Doce Estudios (Governo di Navarra, 2014, pagine 442), realizzata sotto il patrocinio della commissione nazionale del centenario e il governo di Navarra, con la collaborazione del comune di Fitero, paese natale del beato Palafox.
Le sue
oltre quattrocento pagine sono un’opportunità per addentrarsi nella particolare
relazione tra il beato e la santa e dimostrare come furono entrambi personalità
fuori dal comune, intelligenti, travolgenti, brillanti, appassionate,
appassionanti e seduttrici, che operarono con grande libertà e con un grande
amore per la verità e le lettere, sempre alla ricerca di Dio.
«Più
carmelitano che se avesse professato il suo istituto» si può leggere nelle
pagine iniziali del libro, che mette in relazione la fondatrice dell’Ordine
carmelitano teresiano con uno dei suoi più ferventi innamorati: Giovanni di
Palafox. La frase citata fu pubblicata, dai figli della santa di Avila, nelle
pagine introduttive delle Obras Completas di Palafox, nell’edizione del 1762 da
loro curata. La profonda relazione del vescovo-viceré Giovanni di Palafox con
l’Ordine carmelitano teresiano viene commentata, in questa monografia,
attraverso dodici studi, realizzati da sei esperti. Alcuni sono inediti, altri
riprendono temi e studi già esistenti ma opportunamente aggiornati e rivisti, e
infine, altri ancora sono ripubblicati e inclusi per il loro ovvio interesse.
Giovanni di Palafox y Mendoza nacque nel 1600, nel paese navarrese di Fitero,
dove trascorse la sua infanzia; compì gli studi universitari a Huesca, Alcalá e
Salamanca. Nel 1626 entrò al servizio della monarchia, nel 1629 si fece
sacerdote e nel 1639 ricevette l’ordinazione episcopale. Nominato vescovo di
Puebla de los Ángeles in Messico, svolse importanti incarichi come viceré e
visitatore. Sia lì sia, in seguito, in terre soriane, si distinse come pastore
zelante. Morì a Osma nel 1659.
Il coordinamento del libro è stato curato dal professor Ricardo Fernández Gracia, rettore della cattedra di Patrimonio e Arte navarrese dell’università di Navarra, accademico corrispondente della Real Academia de la Historia, autore di varie monografie su Palafox e curatore di alcune mostre sul vescovo-viceré. Oltre a lui, hanno firmato gli articoli della monografia Ildefonso Moriones, postulatore della causa del beato Palafox, Tomás Álvarez, grande esperto di tutto ciò che riguarda santa Teresa, Pedro Echeverría, dell’università dei Paesi Baschi, Eduardo Morales Solchaga, grande conoscitore della documentazione palafoxiana e il professor Álvarez Santaló, dell’università di Siviglia. Sono molti gli elogi che Palafox fa a santa Teresa. Tra di essi, nei commenti a una lettera a donna Luisa de la Cerda, descrive così la somiglianza tra santa Teresa e Isabella la cattolica: «In questa occasione non posso non osservare che, avendo letto già alcune lettere della santa regina donna Isabella la cattolica, gloriosa principessa, tra le più grandi che i secoli hanno visto, ho notato che si assomigliavano moltissimo lo stile di questa grande regina e quello della santa: non solo nell’eloquenza e vivacità nel dire, ma anche nel modo di concepire i discorsi, di spiegarli, e nelle riflessioni, nelle osservazioni, nel lasciare una cosa, prenderne un’altra e poi tornare alla prima, senza negligenza, anzi con grandissima grazia…. Confesso che quando le lessi, circa sei anni fa, mi feci l’idea che erano così simili quei due naturali intendimenti e spiriti della signora Regina cattolica e di santa Teresa, che mi sembrò che se la santa fosse stata regina, sarebbe stata un’altra cattolica donna Isabella; e se questa insigne principessa fosse stata una religiosa (che ben lo fu nelle virtù), sarebbe stata un’altra santa Teresa. E avendole rilette ora, in caso mi fossi sbagliato, mi sono rafforzato nel mio giudizio».
di Jorge Fernandez Diaz
ministro dell'Interno spagnolo
Piazza S. Pietro
05 dicembre 2019

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