Boko Haram ha risposto ieri alle sconfitte subìte dalle forze governative nigeriane e da quelle africane con una nuova strage provocata da due giovani attentatrici — una delle quali poco più che bambina, secondo le prime testimonianze — in un affollato mercato di Maiduguri, la capitale dello Stato nordorientale del Borno, che del gruppo jihadista è considerato la roccaforte. Secondo fonti locali, le vittime sarebbero diverse decine. Quello di ieri è il terzo attentato in quattro giorni a Maiduguri — cinquanta persone erano state uccise sabato da un’esplosione nello stesso mercato colpito ieri — a conferma di come Boko Haram mantenga intatta la sua pericolosità, nonostante gli sviluppi militari.
Sotto questo aspetto, l’esercito nigeriano ha riferito ieri di avere riconquistato Bama, la seconda città del Borno, che Boko Haram controllava dallo scorso settembre. Il giorno prima erano stati i contingenti ciadiano e nigerino della forza africana inviata in Nigeria — e alla quale fornisco truppe anche Benin e Camerun — a comunicare la presa di Damasak, sempre nel Borno, dopo aver ucciso in combattimento duecento miliziani jihadisti. L’offensiva era partita da Diffa, capoluogo dell’omonima provincia del Niger confinante con il Borno, occupata in novembre da Boko Haram, le cui milizie erano state poi costrette al ritiro.
Piazza S. Pietro
12 dicembre 2019

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