Tre donne, tre Paesi, tre società e un continente: è questo il succo del documentario delle registe Ingrid Sinclair, Bridget Pickering e Wanjiru Kinyanjui Afrika is a Woman’s Name (2008) che racconta le storie di Njoki, Phuti e Amai, tutte e tre significative per lo sviluppo della propria terra. Il viaggio inizia con NjokiNgung’u, una procuratrice del Kenya, impegnata contro le violenze e gli abusi sessuali; continua con Phuti Ragaphala, direttrice di una scuola elementare in un piccolo villaggio della provincia di Limpopo, una delle regioni più svantaggiate del Sud Africa; e termina con Amai Rosie, casalinga di un villaggio in Zimbabwe capace di divenire, grazie alla tenacia e al coraggio, donna d’affari. Sono tre figure che, pur provenienti da orizzonti differenti, vivono e lavorano in realtà controllate dagli uomini, chiedendosi, però, come poter cambiare le cose. Perché sanno bene che la società, i loro figli e le altre donne hanno bisogno del loro esempio e del loro aiuto. (@GiuliGaleotti)
Piazza S. Pietro
13 dicembre 2019

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