Imparare dal Signore

«Preghiamo perché ognuno di noi trovi consolazione nel rapporto personale con Gesù e impari dal suo cuore la compassione per il mondo». Per la prima volta, nel videomessaggio mensile diffuso dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa, ieri, martedì 3 giugno, si è sentita la voce di Leone XIV che ha introdotto in inglese l’intenzione di preghiera per il mese in corso. Per i prossimi trenta giorni, tradizionalmente dedicati alla devozione al Sacro Cuore di Gesù, il Pontefice esorta i fedeli a conoscere personalmente l’amore di Cristo, in modo da diffonderlo a tutti e consolare specialmente coloro che soffrono, in un mondo spesso segnato da divisioni, diseguaglianze e povertà. Dopo le parole di Leone XIV, un’altra voce recita una preghiera inedita dedicata al Sacro Cuore per accompagnare i fedeli nelle loro meditazioni.
«Signore, oggi vengo dal tuo tenero cuore» è l’incipit della preghiera, «da te che riversi compassione sui piccoli e sui poveri, su coloro che soffrono e su tutte le miserie umane». «Ci hai mostrato l’amore del Padre amandoci senza misura con il tuo cuore, divino e umano». Parole che sono corredate dalle immagini della chiesa del Gesù a Roma e del Santuario nazionale del Sacro Cuore di Makati, nelle Filippine. «Concedi a tutti i tuoi figli la grazia dell’incontro con te» e poi «mandaci in missione — conclude la preghiera —: una missione di compassione per il mondo, dove tu sei la fonte da cui scaturisce ogni consolazione».
Il gesuita Cristóbal Fones, direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, commenta le parole di Leone XIV sottolineando come attraverso una relazione personale con Gesù il cuore di ciascuno diventi più simile a quello di Cristo e si impari la vera compassione per gli altri. «Gesù — spiega padre Fones — ha mostrato un amore incondizionato verso tutti, specialmente verso i poveri, gli ammalati, coloro che soffrono. Il Papa ci incoraggia a imitare questo amore compassionevole tendendo la mano a chi è in difficoltà». «La compassione cerca di alleviare la sofferenza e di promuovere la dignità umana». Per questo, si traduce in azioni concrete che mirano a rimuovere le radici della povertà, della disuguaglianza e dell’esclusione, «per contribuire alla costruzione di un mondo più giusto e solidale». Il gesuita ha anche sottolineato come il lavoro della Rete Mondiale di Preghiera del Pontefice si inserisca nell’anno del Giubileo in cui occorre tra le altre cose pregare per le intenzioni del Pontefice e ottenere la grazia dell’indulgenza giubilare. (isabella h. de carvalho)