· Città del Vaticano ·

A colloquio con il sindaco

La “più antica città
del futuro” apre le porte
al Pontefice

A gondola sails under the Rialto Bridge on April 24, 2024 in Venice, on the eve of the start of the ...
27 aprile 2024

«Grazie al Santo Padre per questa visita apostolica che ci onora. Da Venezia, città del mondo, crocevia di culture, usanze, tradizioni e religioni, potrà risuonare forte l’appello alla pace in un’epoca così travagliata». A dirlo ai media vaticani è il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, in vista dell’arrivo di Francesco a Venezia.

Sindaco, con quale sentimento ha accolto la notizia della visita del Papa a Venezia?

Con grande felicità e gratitudine al Papa che ha deciso di venire da noi. Francesco ci ricorda l’importanza di guardare alle persone più in difficoltà, come quelle che vivono un’esperienza di carcerazione, ma che possono essere sempre recuperate alla vita. Sono onorato e orgoglioso. Lo aspettiamo a braccia aperte. Di recente ho avuto modo di conoscere e confrontarmi col cardinale Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione: una persona straordinaria, ne sono rimasto affascinato. Abbiamo parlato del ruolo della Chiesa cattolica nel mondo della cultura. Ci siamo ripromessi di iniziare un percorso assieme, perché la Santa Sede possa avere un padiglione fisso alla Biennale. Ci siamo intrattenuti su vari temi, tra cui quello della povertà: che non è solo economica, ma anche dell’animo, sono le angosce che ciascuno di noi si porta dentro, durante il suo cammino. Sarà un bel percorso: lo ringrazio molto per la sua partecipazione e il suo contributo.

Come si sta preparando il sistema città a questo appuntamento particolarmente atteso, annunciato un po’ sorpresa, molto intenso nei suoi momenti, inizio di una attenzione speciale al Nord-Est da parte del Papa che sarà anche a Verona il 18 maggio e Trieste il 7 luglio?

L’organizzazione è ovviamente in capo al Patriarcato di Venezia: ringrazio il patriarca Francesco Moraglia e tutti i sacerdoti della Chiesa che è in Venezia, si stanno adoperando in maniera incredibile. Noi come istituzioni ci stiamo occupando della parte logistica. Il Papa ci insegna e ci indica la strada della moderazione e dell’umiltà e la visita sposerà questi criteri. La prefettura, la questura, tutte le forze dell’ordine stanno lavorando enormemente per garantire l’ordine e la sicurezza. È un lavoro quotidiano, spesso anche sotto traccia, per cui da primo cittadino voglio dire grazie a tutti.

Lei ha coniato una definizione molto suggestiva: «Venezia, la più antica città del futuro». Inoltre ha voluto creare una Fondazione per Venezia capitale internazionale della sostenibilità: che messaggio può arrivare al mondo dal Papa in un contesto di questo tipo, da una Venezia «imparata» così?

Un messaggio fortificante e di grande lungimiranza. Non dobbiamo dimenticare che Venezia è diventata grande attraverso l’umiltà e il rispetto. E, soprattutto, l’integrazione. Partire dal carcere, dalle persone in difficoltà — e tutti, nella vita, prima o poi lo siamo – e dagli ultimi è un modo per dire: tutti possiamo partecipare alla grandiosità della vita, un messaggio universale che Papa Francesco sta lanciando al pianeta, non da oggi evidentemente, ma che ora da Venezia cerchiamo di raccogliere e rilanciare.

Venezia è città impegnata per la pace in un’epoca di conflitti armati e in uno scenario geopolitico con “una terza guerra mondiale a pezzi”, come insegna il Papa. Giusto un anno fa lei è stato a Odessa per un gemellaggio, ora da sei mesi è martoriata anche la Terra Santa: qual è il contributo che da qui può arrivare al tacere delle armi, della violenza, delle prevaricazioni?

Venezia nella sua storia è stata la protettrice di tanti territori che venivano attaccati. Ha sempre accolto tutti e segnato la strada del rispetto gli uni per gli altri. La grande lezione che arriva dalla nostra città sta nella diplomazia, nel dialogo, nel compromesso nobile. La guerra è una disgrazia totale, è solo morte e distruzione: nella guerra non vince nessuno. E allora dobbiamo dare l’esempio a partire dalla nostra stessa quotidianità: dobbiamo continuare a promuovere il dialogo, solo parlandosi persone anche molto diverse tra loro possono incontrarsi e riconoscersi.

La visita del Papa sarà una giornata all’insegna della cultura, della carità, del presente e del futuro, dell’abbraccio con la Chiesa che è in Venezia e dell’omaggio all’evangelista Marco: come vivere bene questa festa della comunità?

Saranno ore intensissime, per un evento che, sono sicuro, resterà nella storia di Venezia. La qualità e la sostanza delle esperienze che vivremo, si potranno misurare nell’intensità delle emozioni che proveremo. Credo che da questa città si possa rilanciare il messaggio di concordia su cui Papa Francesco insiste: siamo tutti chiamati a un grande esame di coscienza e a pensare, io per primo, agli errori commessi e a cosa si possa fare per migliorarsi ogni giorno, per il bene di tutti. Spero tanto di poterlo abbracciare.

da Venezia
Alvise Sperandio