· Città del Vaticano ·

Domenica 28 aprile il Papa a Venezia
L’attesa della comunità ecclesiale e civile

Il successore di Pietro
sui passi dell’evangelista Marco

This photograph taken on April 25, 2024, shows a view of San Marco Square with the Basilica ...
27 aprile 2024

Pietro nella città dell’evangelista Marco, nello splendido e unico scenario della laguna di Venezia: è l’immagine suggestiva che portiamo in noi in queste ore mentre ci apprestiamo ad accogliere il Santo Padre Francesco, successore di Pietro, nella città e nella Chiesa di Venezia che hanno come patrono — lo abbiamo appena festeggiato — l’evangelista san Marco, stretto collaboratore del primo tra gli apostoli che arrivò a chiamarlo affettuosamente «figlio mio» (1Pt 5, 13).

Venezia attende con gioia Papa Francesco perché, in un momento storico delicato e afflitto da molte oscurità, sa di poter avvicinare ed incontrare un uomo che è portatore di una speranza più grande e che supera i limitati orizzonti umani. Per la Chiesa che è in Venezia questa visita, temporalmente breve ma intensa, sarà l’occasione per rinnovare il legame col Santo Padre, garanzia della comunione ecclesiale, e riscoprire come la testimonianza e l’annuncio cristiano siano la cartina di tornasole della fedeltà al battesimo di ogni discepolo del Signore. Per tutti sarà l’incontro con chi parla e opera, senza risparmiarsi, per la pace e per la giustizia, a favore dell’uomo e soprattutto di chi è messo ai margini della società.

Il magistero di Francesco — penso in particolare alle encicliche Fratelli tutti e Laudato si’, ma non solo — suscita riflessioni e piste d’impegno che chiamano in causa una città come Venezia, da sempre incrocio di popoli e persone, e un ecosistema, l’ambiente lagunare, particolarissimo e meritevole di cure e attenzioni particolari come pochi altri.

Tre saranno i momenti della visita papale a Venezia e tutti con la loro peculiarità. Si comincia nel carcere femminile della Giudecca dove Francesco dialogherà con le detenute ospiti della struttura; un gesto di vicinanza e solidarietà con chi, per le vicende più diverse, vive “separato” dal resto della società. Ma non si tratta, per questo, di persone dimenticate o “scartate”. Sono nel cuore del Papa e della Chiesa, ben presenti nel cuore della comunità cristiana veneziana che ha una lunga tradizione di sostegno ed assistenza verso chi è in carcere o si trova in condizioni di emarginazione o povertà.

E poi c’è il Padiglione della Santa Sede per la Biennale d’Arte, allestito in carcere su iniziativa del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Ho avuto modo di visitarlo e colpisce davvero, perché attesta ancora una volta che la bellezza e l’arte, nella loro gratuità, costituiscono un linguaggio capace di raggiungere l’uomo nella sua integralità – mente, cuore, sentimenti — superando ogni tipo di ristrettezza e sono capaci di offrire uno sguardo libero (termine significativo in questo contesto) e in grado di suscitare creatività. Tutto ciò mostra come la fede cristiana sia in grado di toccare le corde profonde dell’umano creando ponti e legami altrimenti impossibili. La cultura e l’arte, inoltre, non sono estranee alla vita della Chiesa e la fede cristiana, amica dell’uomo, non è solo vicina ma profondamente intrecciata con tali mondi, nel solco del dialogo incessante e sempre nuovo tra Dio e l’uomo.

Lasciata l’isola della Giudecca seguirà, in Campo della Salute e dinanzi alla omonima basilica, l’incontro del Santo Padre con i giovani della diocesi di Venezia ed alcuni giovani rappresentanti delle diocesi del Triveneto. Il Papa troverà il modo per parlare al loro cuore ed interloquire con i desideri, le preoccupazioni e le speranze che abitano l’anima dei più giovani e, in fondo, di ogni uomo e donna. Vivremo, infine, in piazza San Marco la celebrazione eucaristica della quinta domenica di Pasqua che ci presenta il Vangelo della vite e dei tralci, immagine vera della Chiesa e significativa del legame tra il Signore Gesù e i suoi discepoli. Comprendiamo così che la Chiesa non è un’organizzazione “in occasione” di Gesù Cristo ma l’organismo dello Spirito santo e il Corpo di Gesù Cristo che, oggi, più che mai richiede una comunione effettiva (fede e vita) e non solo affettiva.

Pronti ad accoglierlo domenica a Venezia, siamo lieti che Papa Francesco possa gustare, almeno per un po’, la vita della nostra città e della nostra diocesi con le peculiarità che le caratterizzano. Non mancherà di indicarci piste su cui riflettere e camminare con umiltà, consapevoli della bellezza della fede cristiana che si fa vita nel quotidiano. Come comunità cristiana che ha per patrono l’evangelista Marco ci aiuterà ad annunciare a tutti, nella verità e nell’amore, il Vangelo di Gesù. Anche l’ultimo atto, piccolo ma per noi veneziani importantissimo, della visita del Papa è su questa linea: Francesco entrerà nella basilica cattedrale per venerare le spoglie dell’evangelista lì custodite tra mosaici dorati e architetture magnificenti che la storia ci ha consegnato e affidato. Pietro, nella persona di Francesco, suo successore, e Marco sono di nuovo insieme. Per ricondurci sempre a Gesù — via, verità e vita — in un continuo cammino di conversione verso Colui che è l’unico necessario.

di Francesco Moraglia
Patriarca di Venezia