· Città del Vaticano ·

La buona Notizia
Il Vangelo della II domenica di Quaresima (Mc 9, 2-10)

Un patto segreto

 Un patto segreto  QUO-042
20 febbraio 2024

Non esiste unghia di uomo capace di graffiare il Mistero. Pietro, Giacomo e Giovanni seguirono il Maestro su un alto monte, e quello che videro divenne segreto da custodire, ogni loro gesto di fronte a quello che videro sembrava inutile.

Non esiste braccio, per quanto possente, che possa creare una breccia nel mistero.

E videro le Vesti di Gesù accendersi di un bianco fuoco da bruciare negli occhi, e poi apparire accanto a lui Elia e Mosé.

E i tre discepoli, di fronte al Messia e ai profeti furono scossi dal terrore, proposero quello che si propone a ogni uomo che si porta nel cuore: una casa. Una tenda dove riposare e mangiare.

Ma dalla sommità del cielo arrivò la voce del padre ad accarezzare il figlio. L’amato.

Di Elia e Mosé non rimase traccia, se non un profumo, che riempiva l’aria.

Dopo tanto sostare sull’alto monte, il Messia con i suoi fratelli presero la via verso il ritorno.

E qui si consumò il patto tra il Padre e i discepoli: nessuno avrebbe dovuto sapere di quello che avevano visto, se non dopo il ritorno del figlio dal regno dei morti, dopo la sua resurrezione.

Immaginate tre uomini, Pietro, Giacomo e Giovanni.

Immaginateli al cospetto di Gesù, accanto ai profeti del passato, e sopra di loro, la voce di Dio a chiedere obbedienza, il silenzio innanzi a un segreto che loro neanche riuscivano veramente a capire.

Raccontare l’accaduto dopo un così triste presagio: la morte di Gesù.

E queste parole così oscure, poter dare notizia di quanto avevano vissuto solo dopo il ritorno di Lui dal regno dei morti?

Non capire è dimensione dell’uomo.

Affidarsi è scelta degli innamorati.

E così loro fecero, da uomini innamorati che si inginocchiano di fronte al Mistero, senza bisogno di ergersi a padroni di nessun significato.

Perché nessun significato brucia nel cuore più dell’amore.

di Daniele Mencarelli