· Città del Vaticano ·

Il Movimento Laudato Si’ invita a non finanziare la crisi climatica

Quaresima: un tempo
per disinvestire dai fossili

 Quaresima: un tempo per disinvestire dai fossili  QUO-042
20 febbraio 2023

A colloquio con Cecilia Dall’Oglio


A dicembre il Movimento Laudato Si’ ha lanciato un appello alle organizzazioni cattoliche italiane per «disinvestire dalle fonti fossili, quale testimonianza di prossimità verso i nostri fratelli e sorelle che resistono nei rifugi, sotto i bombardamenti, al fronte, senza elettricità al freddo in Ucraina».

La guerra, secondo i promotori, dimostra l’urgenza di rendere l’umanità indipendente dall’economia estrattiva: causa di conflitti sanguinosi e devastazioni ambientali. La Quaresima alle porte viene proposta come tempo per riflessioni e azioni concrete come il “digiuno dal gas”: limitare l’uso dei riscaldamenti, non solo come segno di solidarietà verso ucraini e altri popoli afflitti, ma anche per definanziare l’economia di guerra.

Ne abbiamo parlato con Cecilia Dall’Oglio, direttrice associata dei Programmi europei del Movimento Laudato Si’ e Responsabile dei programmi in Italia.

A che punto è la campagna globale di disinvestimento?

Ci sono stati periodici annunci di disinvestimento collettivi dal 2018. Nel novembre 2020, si sono impegnate 47 istituzioni cattoliche; nell’ottobre 2021, in vista dei negoziati sul clima a Glasgow, lo hanno fatto ben 72 istituzioni religiose, tra cui 35 istituzioni cattoliche e 19 parrocchie cattoliche greche. Al momento più di 350 istituzioni cattoliche hanno assunto l’impegno, per un totale stimato tra i 10 e i 20 miliardi di dollari di mancati investimenti nell’industria fossile. Secondo l’International Fossil Fuel Disinvestment Commitment Database, oltre il 35% del disinvestimento globale proviene da istituzioni religiose. Abbiamo ancora molta strada da fare in questo cammino per coinvolgere più comunità, istituzioni e persone di buona volontà.

Chi fa resistenza?

La finanza è troppo spesso considerata “neutrale”, fuori delle questioni morali e pastorali. Gli esperti di finanza all’interno della Chiesa dovrebbero condividere le loro conoscenze, aprire il cuore alle domande della loro comunità, al “grido della Terra” e al “grido dei Poveri”. Molti che si occupano di finanza nelle istituzioni, potrebbero non avere l’immaginazione e la lungimiranza necessarie per vedere ciò accadrà. Gli esperti sono tenuti a gestire il patrimonio secondo regole di prudenza basate sull’economia del passato, e non su quella necessaria per il futuro.

Che può fare il singolo cittadino, parroco, amministratore, professionista?

Don Pino Puglisi diceva che se ognuno fa qualcosa, si può fare molto. Il Movimento ha un programma di formazione per animatori della Laudato Si’ in tutto il mondo. Il prossimo corso partirà la settimana dopo Pasqua. Occorre aiutare le comunità a riflettere sulla nostra dipendenza collettiva dai combustibili fossili, a sfruttare la Quaresima — in particolare la settimana dal 27 febbraio al 5 marzo — come un’opportunità per aumentare la consapevolezza, e incoraggiare i responsabili a disinvestire prima di Pasqua.

Gli animatori si stanno attivando in tutto il mondo. Ad esempio nel Regno Unito i fedeli si riuniranno in cattedrale al termine delle funzioni per riflettere sul tema. In Olanda stanno inviando lettere ai vescovi per chiedere un impegno in tal senso. In Corea ci sarà un pellegrinaggio verso la cattedrale che farà sosta presso le banche che finanziano le infrastrutture del carbone e di altri combustibili fossili. Una diocesi australiana annuncerà il disinvestimento durante la Quaresima e terrà una preghiera speciale per la fine dei progetti sui combustibili fossili. Altrove saranno inviate sollecitazioni a vescovi e leader per considerare la questione.

Che effetto ha avuto la guerra in Ucraina sulla campagna?

Ha fatto capire maggiormente la connessione tra conflitti e questioni geopolitiche, in particolare l’estrazione dei combustibili fossili. Abbiamo compreso quanto siano importanti l’essere liberi da un’economia che uccide e saccheggia, e il costruire un’economia di pace attraverso la transizione ecologica ed energetica. Quando accendiamo il gas finanziamo un’economia di guerra, e questo non lo vogliamo più. Il “digiuno dal gas” è il modo in cui in Italia ci uniamo alla settimana d’azione globale durante la Quaresima: un periodo di consapevolezza sui “peccati ecologici” e sulle nostre responsabilità.

Il digiuno può essere fatto personalmente, in famiglia: un’occasione per trovare la “temperatura giusta” in casa. In passato in Quaresima abbiamo fatto il digiuno dalla plastica e dal consumo eccessivo di carne. Noi siamo pronti a cambiare stili di vita, anche se può costare fatica; e vogliamo coinvolgere le nostre famiglie, comunità, parrocchie.

Questa campagna è importante come sforzo sinodale, realizzato da realtà nazionali cattoliche che hanno già fatto la scelta di disinvestire dai fossili: l’Azione cattolica italiana, Aggiornamenti Sociali, l’Alta scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la Comunità Papa Giovanni xxiii , Caritas Italiana, la Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario, la Provincia Euromediterranea della Compagnia di Gesù, il Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani, il Movimento cristiano lavoratori, e il Movimento dei Focolari Italia.

Questo passo è stato fatto anche da sei arcidiocesi e sette diocesi italiane, e da diverse congregazioni religiose come il Sacro Convento e l’Istituto Serafico di Assisi. Non c’è più tempo. Dobbiamo fare in modo che la crisi ucraina non ci porti da una dipendenza a un’altra, da un dittatore ad un altro. Questo è il momento favorevole per dare testimonianza di voler cambiare rotta.

Quali sono i prossimi appuntamenti di questa campagna?

La campagna di disinvestimento è un esempio di advocacy collaborativa: raccogliamo tutti gli impegni per poi renderli pubblici in modo unitario ed avere un maggior impatto. Perciò faremo un grande annuncio ecumenico globale di disinvestimento in occasione del prossimo Earth Day - Giornata Mondiale della Terra 2023 (22 aprile, ndr).

La “Civiltà Cattolica” ha chiesto a Papa Francesco quale fosse il suo sogno per l’Africa: «Quando il mondo pensa all’Africa, pensa che, in un modo o nell’altro, essa vada sfruttata [...] I paesi del continente hanno ottenuto l’indipendenza, ma dal suolo in su, non sulle ricchezze che sono sotto».

Dobbiamo far capire a congregazioni e diocesi l’importanza di investimenti etici per la sostenibilità ambientale, che ogni centesimo investito nelle compagnie fossili ha effetti sulle popolazioni e su tutto il creato.

Il giornalista di “Avvenire” Nello Scavo, durante il seminario nazionale della Pastorale Sociale promosso dalla Cei, ha invitato a “unire i puntini”: la Laudato Si’ ci dice che tutto è connesso. È una conversione che viene innanzitutto dal cuore, passa dagli stili di vita personali e comunitari, fino alla politica. Ce lo ricorda anche Mensuram Bonam, le nuove linee del Vaticano che sugli investimenti sollecitano un’assunzione di responsabilità.

I poveri non possono più aspettare e il creato ha bisogno di noi, delle nostre scelte coerenti: qui e ora.

di Giuliano Giulianini