· Città del Vaticano ·

A Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza, un burattinaio crea marionette con barattoli raccolti per strada e organizza spettacoli per i bambini sfollati

Sogni di latta
in mezzo alla guerra

Palestinian Mahdi Karira works on a puppet at his workshop in Deir el-Balah, in the central Gaza ...
08 maggio 2024

Un piccolo clown prende vita nel cuore della Striscia di Gaza, mentre fuori infuria la guerra tra Israele e Hamas. Il naso rosso perfettamente rotondo è dipinto sul volto modellato col gesso bianco. Il suo corpo è fatto in parte in legno e in parte anche in metallo su cui non è difficile scorgere il logo di un’organizzazione umanitaria internazionale, ma potrebbe essere pure l’immagine di carne o ceci in scatola. A sorreggere l’esile struttura, un intreccio di fili tenuti insieme da stecche di legno incrociate tra loro. È l’ultima marionetta creata da Mahdi Karira, burattinaio palestinese che tra le macerie di oltre 200 giorni di guerra porta avanti un’arte appresa da autodidatta. Negli anni era riuscito ad aprire un laboratorio a Gaza City, poi, a causa dei combattimenti, è stato costretto a trasferirsi a Deir al-Balah, nel centro della Striscia, dove ha ricominciato tutto da capo in un edificio in costruzione, oggi rimasto incompleto. «Non c’è molto da lavorare, ma ci sono solo lattine di tutte le forme e dimensioni intorno a noi», racconta Karira all’agenzia Afp. In mancanza di altri materiali, i personaggi delle sue marionette prendono ora forma dai barattoli vuoti che l’uomo raccoglie per strada, all’ombra delle palme, tra blocchi di cemento e nuvole di fumo che s’innalzano nel cielo, a indicare esplosioni o attacchi aerei non troppo lontani.

Karira ricorda che già prima del 7 ottobre aveva imparato a dare spazio alla creatività, riciclando pigmenti o fili ricavati dalle attrezzature da pesca, per ovviare alle frequenti carenze di materiale causate dal blocco israeliano imposto alla Striscia di Gaza dopo la presa di potere di Hamas, nel 2007. Adesso continua a creare marionette ogni giorno, per non perdere né la manualità né, confida, la testa. «Ognuno ha un talento, un bene che permette di continuare la propria esistenza nonostante la guerra», riflette il burattinaio. Continuerà a organizzare spettacoli, a far sognare e sorridere i più piccoli, portando un po’ di «gioia ai bambini nei campi per sfollati» della zona, che secondo le stime dell’Unicef sono circa 850.000.

Le foto che circolano sui social lo ritraggono in mezzo a bambini seduti per terra a gambe incrociate, affascinati dai suoi personaggi dai volti colorati e le sagome divertenti, che siano essi clown, principesse, alieni o gente comune in abiti tradizionali palestinesi. Nonostante tutto, assicura, «queste marionette possono raccontare cose bellissime e parlare della nostra storia». (giada aquilino)