· Città del Vaticano ·

La Supplica alla Madonna di Pompei

Mani stese verso il cielo
per implorare la pace

 Mani stese verso il cielo per implorare la pace  QUO-104
08 maggio 2024

«Noi pellegrini con Maria, siamo voce di una folla sterminata di credenti che guardano alla Madre di Dio affidandole le gioie e le speranze» del pianeta, portandole nella preghiera «ciò che a noi giunge come grido accorato da tante parti del mondo, in quest’ora difficile e carica di incognite per il futuro dell’umanità». Sono le parole del vescovo di Conversano-Monopoli, Giuseppe Favale, che ha presieduto questa mattina a Pompei la celebrazione eucaristica e la Supplica mariana sul piazzale davanti al santuario dedicato alla Vergine del Rosario.

Il pastore alla guida della diocesi che ha dato i natali alla consorte del beato Bartolo Longo, Marianna Farnararo, della quale ricorre il centenario della morte, ha adoperato una suggestiva immagine — «Mani stese verso il cielo» — per descrivere lo spirito del popolo di devoti riuniti a Pompei, sottolineando come queste “mani” cerchino «le braccia della Madre per essere da Lei accolti; mani che portano il dolore e il sangue innocente» soprattutto di quanti «sono calpestati nella dignità e che non hanno voce nel consesso dei grandi della terra». E «come si può restare indifferenti — si è chiesto il celebrante — di fronte alle lacrime di chi piange in terre dilaniate dall’odio e dalla violenza e anela a giorni di pace?». Perciò, ha esortato, «chiediamo a Maria che in una rinnovata Pentecoste lo Spirito Santo venga a rinnovare la faccia della terra, abbattendo i muri che dividono e aprendo sentieri di riconciliazione e di pace».

In proposito il presule ha ricordato nell’omelia che la città di Monopoli, dove la Farnararo venne alla luce il 13 dicembre 1836, «si onora del titolo di Civitas Mariae» ad essa «conferita in occasione del ix centenario della venuta dal mare della venerata icona della Madonna della Madia». Ed è significativo, ha osservato, che nel giorno consacrato alla “Regina del Rosario” si sia fatta «memoria di colei che insieme a Bartolo Longo ha dato avvio alla rinascita di questo territorio» pompeiano, «diventato faro di luce, i cui raggi benefici continuano ancora a irradiarsi in ogni angolo della terra». Così, uniti alla “Regina del Santo Rosario”, ha concluso il presule, «riprendiamo in mano l’esortazione apostolica Gaudete et exsultate e ripartiamo nel vivere la gioia della chiamata alla santità», consapevoli che il Signore «ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente».

Nel suo saluto all’inizio della celebrazione, l’arcivescovo prelato Tommaso Caputo, delegato pontificio del santuario di Pompei, aveva anch’egli ricordato la consorte del beato Longo, educata fin da piccola al culto della Madonna del Rosario, che propagò insieme al marito, «approfondendone l’anima contemplativa e cristologica» e diffondendo questa preghiera in tutto il mondo. «Oggi, in questo giorno solenne — aveva esortato — pregheremo tutti assieme, innanzitutto per la pace, cui è dedicata la monumentale facciata del nostro Santuario, e della quale il mondo ha assolutamente bisogno».